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Insonnia: quando dormire è un problema

Psicologo
Aree di Competenza: Alimentazione, Ben-essere, Genitori e Figli
Cell.: 3297220788

Dormire è uno dei bisogni fisiologici degli esseri umani, un bisogno a cui di solito è difficile resistere eppure per molti addormentarsi e godersi un sonno ristoratore non è affatto scontato.

L’insonnia è infatti un disturbo molto comune (ne soffre circa il 30% della popolazione).

L’insonnia è caratterizzata dalla difficoltà di addormentarsi o di rimanere addormentati durante la notte, associata nell’arco della giornata a:

  • sonnolenza
  • irritabilità
  • difficoltà di concentrazione con importanti effetti negativi sulla salute e sulla qualità della vita.

Quali sono le cause dell’insonnia?

L’insonnia può presentarsi sia come conseguenza o aspetto di un altro disturbo fisico o psichico (insonnia secondaria), come patologie neurologiche (malattia di Parkinson o di Alzheimer), disfunzioni della tiroide, sindromi ansioso-depressive e condizioni associate all’alterazione dell’equilibrio ormonale durante la menopausa o la gravidanza, oppure come forma indipendente e autonoma (insonnia primaria).

L’insonnia psicofisiologica è la più comune forma di insonnia primaria, indotta da una tensione emotiva che altera o interferisce in qualche modo con il sonno notturno, in genere in seguito ad un evento stressante, che innesca una reazione di allarme che dura nel tempo. Spesso non ci rendiamo conto di quanto il persistere della difficoltà ad addormentarci non dipenda più tanto o solo dall’evento in se e dal relativo stato emotivo, quanto da altri fattori, che si generano in un secondo momento come conseguenza di quei primi episodi occasionali di insonnia.

La preoccupazione di non riuscire a prendere sonno è costantemente al centro della nostra attenzione, determinando un pericoloso circolo vizioso.

Nel tentativo di risolvere  il “problema” dell’insonnia ci si sforza di dormire, con il risultato paradossale di rimanere svegli, in quanto il sonno è per definizione un evento spontaneo che non si può controllare, non facendo altro che alimentare lo stato di ansia e agitazione.

Inoltre spesso la preoccupazione per la possibilità di non dormire e il ricordo delle notti insonni finiscono per farci identificare la nostra stanza e il momento di andare a letto con la difficoltà ad addormentarsi, innescando un’eccessiva attivazione che impedisce il rilassamento fisico e psichico necessario per dormire.

È quindi importante riuscire ad interrompere questo circolo vizioso e riuscire a rilassarsi. MA COME?

Ognuno di noi sa o dovrebbe sapere cosa lo rilassa, cosa ci fa mollare il controllo razionale.

EVITIAMO:

Alcune abitudini però, come stare al PC o giocare con lo smartphon, sono da evitare quando si hanno problemi ad addormentarsi, così come praticare intensa attività fisica o consumare cibi che rendono lunga e difficile la digestione prima di andare a dormire,  così come il caffè o gli alcolici. Dobbiamo anche tenere presente che il fatto di sentirsi stanchi non implica necessariamente riuscire a dormire, se non riusciamo ad attenere il necessario stato di rilassamento.

È importante innanzi tutto crearci un vero e proprio rituale di addormentamento, una routin da iniziare un po’ prima di andare a letto proprio per preparare il corpo e la mente ad abbandonarsi al sonno. Decidete quindi un orario in cui spendere le attività e dedicarvi a voi stessi, senza pretendere di imporvi di dormire.

La prima regola è: non preoccuparsi! “Perché non ho sonno? Cosa mi sta succedendo? Riuscirò a dormire?” Questi e molti alti dubbi possono portarci lontano dal nostro obiettivo. Proviamo invece a dedicarci ad attività che ci permettono di lasciarci andare.

Se il livello di attivazione è troppo elevato possiamo ricorrere a delle vere e proprie tecniche di rilassamento che possono agire a livello corporeo o mentale, come ad esempio il rilassamento muscolare progressivo, il training autogeno, oppure il training immaginativo o la meditazione. Queste tecniche richiedono una fase di training sotto la guida di un esperto per poter essere apprese e utilizzate in modo corretto, e vanno praticate con regolarità finchè non si ottiene il risultato desiderato.

La scelta della tecnica deve andare in contro a quelle che sono le caratteristiche, le naturali inclinazioni e le esigenze della singola persona.

Non esiste una soluzione unica e generalizzabile per tutti.

Può essere utile anche sperimentarne diverse per trovare quella che più si concilia con le nostre esigenze. Proviamo ad esempio a sperimentare la nostra capacità immaginativa, facendo un piccolo esperimento.

Una volta sdraiati nel nostro letto, e aver reso il nostro ambiente confortevole, regolando la luminosità, la temperatura e le fonti di rumore, scegliamo un’ immagine o un ricordo per noi piacevole e rilassante.

Evochiamolo nella nostra mente in modo vivido, entrando in contatto con tutti i nostri sensi:

la vista, il tatto, l’olfatto, il gusto, l’udito… Immergiamoci in questa immagine e lasciamoci guidare da quello emerge, senza giudicarlo ma accogliendolo nella nostra mente.

Se l’esperimento vi soddisfa avrete scoperto una preziosa risorsa per il vostro benessere… altrimenti non temete se non si riesce a rilassarsi una notte, la prossima andrà meglio!

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