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Vittima della disoccupazione si dà fuoco per disperazione

Psicologo
Aree di Competenza: Alimentazione, Ansia e Depressione, Ben-essere
Cell.: 3457880398

Un operaio di 36 anni, disoccupato da novembre, ha deciso di farla finita sabato 30 gennaio. Si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. Le ustioni sul 95% del suo corpo non gli hanno permesso di salvarsi e il giorno dopo è morto al Centro Grandi ustionati di Verona.

La vicenda

Sergio Marra viveva a Bergamo con sua moglie e lavorava come operaio a Zingonia (Bergamo). Da novembre la crisi economica non aveva risparmiato nemmeno la piccola azienda in cui lavorava, costringendola a fallire. Da allora Marra era disoccupato. Dopo due mesi la disperazione e la depressione che avevano invaso la sua vita lo hanno portato a darsi fuoco a Brembate, una zona industriale vicino Bergamo, nei pressi di un cavalcavia. Non sono riusciti a fermarlo in tempo due artigiani che passavano di lì e che hanno tentato di spegnere le fiamme con delle giacche mentre una donna che stava attraversando quella zona ha spento il fuoco con un estintore che aveva in macchina. La corsa agli Ospedali Riuniti di Bergamo e poi il trasferimento al Centro Grandi ustionati di Verona non sono bastati a salvare la vita dell’uomo: le sue condizioni di salute erano troppo disperate ed è morto il giorno seguente. Su questa vicenda si è espresso il Segretario della Cgil di Bergamo, Luigi Bresciani che ha segnalato “l’inadeguatezza della società e dello stesso sindacato” e la necessità di creare una rete di solidarietà intorno a tutte quelle famiglie piagate dalla disoccupazione. Sostiene inoltre che “questa è una responsabilità delle istituzioni, della politica e dello stesso sindacato”.


L’attuale situazione occupazionale in Italia

Purtroppo i dati recenti sulla disoccupazione nel nostro Paese non sono molto incoraggianti. Tutte le regioni italiane, dal nord al Mezzogiorno sono toccate dalla crisi, benché con modalità differenti. Secondo la Cgia di Mestre (settembre 2009) la Lombardia, l’Emilia Romagna e il Veneto hanno visto aumentare il tasso di disoccupazione mentre la Puglia, il Lazio, il Molise e la Calabria hanno presentato una diminuzione dei disoccupati. Tuttavia il decremento della disoccupazione nel Sud non rispecchia la reale situazione di crisi presente anche nel Mezzogiorno. In particolare sono aumentati gli “scoraggiati”, e cioè coloro che, di età compresa tra 15 e 64 anni, non cercano più un’occupazione e, inoltre, il lavoro nero, in costante aumento, sostiene le famiglie quasi da fungere da ammortizzatore sociale.

Le proteste degli operai, l’appello del papa e il monito di Sacconi alle aziende
In questi giorni si stanno susseguendo riunioni, presidi e manifestazioni da parte dei lavoratori delle grandi aziende in crisi. Il papa durante l’Angelus ha fatto appello alle istituzioni affinchè provvedessero alla precaria condizione degli operai di Fiat e Alcoa che rischiano il posto di lavoro. Il Ministro del Lavoro Sacconi, invece, si rivolge direttamente alle aziende dissuadendole dal procedere con precipitose e forse non del tutto risolutive operazioni di ridimensionamento del personale mentre sollecita le istituzioni a “scoraggiare i licenziamenti, mettere a disposizione ammortizzatori sociali come la cassa integrazione e i contratti di solidarietà” con l’obiettivo di tenere “collegati al lavoro un milione di persone”.

Il lavoro come fonte di malessere

Negli ultimi tempi si è molto discusso di aspetti legati al rapporto con il lavoro quali il Mobbing, caratterizzato dal subire vessazioni e prevaricazioni psicologiche nell’ambiente di lavoro, la sindrome del “Burn Out”, quello stato, cioè, di disagio e malessere psicofisico che può presentarsi in coloro che esercitano le professioni d’aiuto, lo stress dovuto a ritmi estenuanti, turni faticosi, carico di lavoro eccessivo. Ognuno di questi fattori, benché attraverso modalità diverse, compromettono la qualità della vita delle persone che li subiscono. Attualmente però, come i fatti di cronaca di questi giorni ci sollecitano a considerare, anche la perdita del lavoro, il vissuto di precarietà a cui costringono i contratti “a breve termine”, la tensione che genera la consapevolezza che l’azienda in cui si lavora rischia il fallimento ogni giorno, rappresentano delle fonti di stress, di malessere, di disperazione e, perfino di depressione, tali da non poter più passare inosservate. Il diritto inalienabile a provvedere economicamente a se stessi e alla propria famiglia è un aspetto determinante per il benessere psicologico di ogni individuo.

Fonti

“Senza lavoro, si era dato fuoco morto l’operaio di Bergamo”, La Repubblica.it – Homepage.

31 gennaio 2010.“Vertenze e proteste: da Eutelia all’Alcoa, settimana calda per il lavoro”, La Psicologia on line. Corsi psicologia, scuole di psicoterapia, master psicologia, facoltà psicologia, esame stato psicologia, libri psicologia…

F., Sprini G., “Il benessere psicologico negato: effetti del Mobbing e ipotesi di prevenzione”, Atti del Convegno Nazionale “Il Mobbing”, Villasimius Cagliari, 19-20-21 settembre 2004.Iezzi L.,

“Disoccupati e cassintegrati al Nord scoraggiati e sommersi al Sud”, La Repubblica.it – Homepage, 1 febbraio 2010.

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