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Le notificano lo sfratto, si getta dalla finestra

sfratto
Monica Valli Roma (RM)
Psicologo
Aree di Competenza: Ben-essere, Dipendenze

Genova: si era barricata in casa con l’anziano padre di 80 anni. Mentre il genitore gridava contro l’ufficiale giudiziario affinché se ne andasse, la figlia, una donna di 41 anni, terrorizzata si è lanciata dalla finestra del bagno.

Ancora un altro caso di paura e disperazione legato alla prospettiva di trovarsi da un giorno all’altro senza un tetto sopra la testa.
Questa è, infatti, soltanto l’ennesima tragedia della povertà e dell’estrema solitudine in cui sempre più persone e famiglie si trovano a vivere.

L’incubo di uno sfratto, per giunta con l’intervento della forza pubblica, è certamente un’esperienza traumatica con effetti ancora più devastanti su chi si trova già in particolari condizioni di sofferenza e fragilità psicologica.

Dal sondaggio condotto da Demos-Coop per l’Osservatorio sul Capitale sociale, emerge una maggiore ansia per l’economia da parte degli italiani.
Rispetto a qualche mese fa la principale preoccupazione sembrava invece riguardare prevalentemente la sicurezza e la paura degli immigrati: oggi quasi il 60% considera i problemi economici (disoccupazione e prezzi) prioritari nell’agenda delle emergenze da affrontare.

In tempo di crisi economica i provvedimenti di sfratto nel nostro Paese sono aumentati del 17, 5%, mentre la percentuale di nuove case riservata all’edilizia popolare è sempre molto bassa ( 4% circa contro il 21% dell’Inghilterra).

Secondo i dati forniti dal SUNIA (Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari) su 61.484 sfratti 51.576 sono stati emessi per morosità: l’84% del totale. Le famiglie non riescono più a continuare a pagare l’affitto così oltre al posto di lavoro finiscono per perdere anche la propria casa. Il 60% delle famiglie sfrattate ha figli, nel 26% del totale l’affittuario ha perso il lavoro, nel 17% è cassintegrato. Da un’indagine sempre condotta dal SUNIA, emerge, inoltre l’aumento di particolari fasce deboli della popolazione, ovvero:
• giovani sotto i 35 anni (in particolare chi ha un lavoro precario o occasionale);
• le famiglie di migranti;
• i nuclei composti da anziani, spesso soli.

Senza l’intervento di una solida rete di assistenza e sostegno psico-sociale da parte delle istituzioni, c’è il rischio che casi tragici come quello accaduto in questi ultimi giorni a Genova, possano purtroppo continuare a ripetersi.

Fonti
S.u.n.i.a. – Home Page –
– Il Fatto Quotidiano
La Repubblica.it – Homepage

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