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Dipendenza affettiva

Stalking verso l’ex fidanzato

Psicologo Psicoterapeuta
Aree di Competenza: Ansia e Depressione, Ben-essere, Genitori e Figli
Cell.: 3470571342

Sabato 10 aprile 2010, un’imprenditrice 47enne si accanisce contro le ruote dell’auto del suo ex-fidanzato.
La donna ha inferto, contro le ruote della macchina di proprietà dell’uomo, una quarantina di colpi e scritto ingiurie sulle portiere e sul cofano.

Una pattuglia dei carabinieri, appostata in borghese in un’area di sosta a Scandicci (Firenze), l’ha sorpresa in flagrante.

La quarantasettenne è stata arrestata per stalking e danneggiamento aggravato.

Risale allo scorso 1 aprile l’arresto a Catania di un 32enne, sempre per stalking. Aveva conosciuto una ragazza e la voleva come la donna della sua vita nonostante lei non ricambiasse. Per questo l’ha tempestata di telefonate, anche notturne, l’ha pedinata e poi é passato al danneggiamento dell’auto e alle minacce: o sua o di nessuno, altrimenti sarebbe morta, lei e il suo vero compagno.
Il persecutore é stato arrestato in flagrante dalla polizia postale.

Lo Stalking
Letteralmente: perseguitare

Un insieme di comportamenti molesti e continui: frequenti e continuativi appostamenti nei pressi del domicilio o degli ambienti comunemente frequentati dalla vittima, intrusioni nella sua vita privata alla ricerca di un contatto personale per mezzo di pedinamenti, telefonate oscene od indesiderate.
Possono rientrare nelle modalità d’azione dello stalker anche: l’invio di lettere, biglietti, posta elettronica, SMS e oggetti non richiesti.
Nell’ordinamento giuridico italiano, penalmente rilevante, è categorizzata come atti persecutori.
Il fenomeno è anche chiamato sindrome del molestatore assillante.

Si osservano casi di stalking in contesti relazionali come: la relazione di coppia, il condominio, la famiglia (figli/fratelli/genitori) ma anche sul posto di lavoro/scuola/università.

Lo stalker provoca disagio ma in realtà vive un disagio

Gli studi e le osservazioni realizzate dall’ Unità Analisi Psico Comportamentale dell’Osservatorio Nazionale sullo Stalking leggono, dietro il comportamento dello stolker l’azione animata dal desiderio di recuperare il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito.

In altri casi ci si trova invece davanti a persone con problemi di interazione sociale, che agiscono in questo modo con l’intento di stabilire una relazione sentimentale imponendo la propria presenza ed insistendo anche nei casi in cui si sia ricevuta una chiara risposta negativa.

In entrambi i casi si può parlare di una persona che, animata da una difficoltà di origine psico/relazionale mette in atto una modalità comportamentale totalmente disfunzionale.

Nello specifico, alla luce degli studi della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi Criminologiche dei Carabinieri, vengono categorizzate 5 tipologie di stalker:
– il “risentito” (vive sentimenti di rancore per traumi affettivi ricevuti);
– il “bisognoso d’affetto” (cerca di rendere forte/intensa/quotidiana una relazione sentimentale);
– il “corteggiatore incompetente“, (pratica stalking per breve tempo ed è generato da un’ inadeguata modalità di approccio relazionale);
– il “respinto” (rifiutato dalla vittima prova a ristabilire una relazione con la vittima stessa);
– il “predatore“(trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli generato paura; spesso riguarda pedofili e feticisti).

Questi comportamenti generano, in colui/colei che li subisce ansia, paura, senso di persecuzione, perdita di sicurezza.
Sono frequenti i casi in cui la vittima di stalking finisce per sottovalutare gli iniziali comportamenti persecutori, soprattutto quando il caso di stalking si consuma all’interno di una relazione affettiva.

Rintracciare la spiegazione-motivazione celata dietro la messa in atto di comportamenti fortemente lesivi, compiuti verso l’altro, non ha il fine di lenirne le colpe, ma di comprendere e cercare di interpretare il gesto nella sua interezza.

 

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