Burn-out. Esaurimento emotivo
Sindrome da esaurimento emotivo, da spersonalizzazione e riduzione delle capacità personali che può presentarsi in soggetti che per professione si occupano della gente.
La sindrome si caratterizza per una condizione di nervosismo, irrequietezza, apatia, indifferenza, cinismo, ostilità degli operatori sociosanitari, sia fra loro sia verso terzi. Nello specifico, infatti, troviamo:
- Depersonalizzazione: per difendersi dal sovraccarico di stress l’individuo potrà sviluppare una risposta cinica e disumanizzata, vale a dire un atteggiamento di allontanamento e di rifiuto (caratterizzate da risposte comportamentali negative e sgarbate) nei confronti di coloro che richiedono o ricevono la prestazione professionale, il servizio o la cura.
- Esaurimento emotivo: sentimento di essere emotivamente svuotato e annullato dal proprio lavoro, per effetto di un inaridimento emotivo nel rapporto con gli altri.
- Ridotta realizzazione personale: la percezione della propria inadeguatezza al lavoro, il crollo dell’autostima e la sensazione di insuccesso nel proprio lavoro.
Sono molti i professionisti del sociale a rischio di bourn-out, ma quelli più “esposti” sembrano essere gli operatori di comunità, gli educatori, gli insegnanti, i riabilitatori psichiatrici, gli assistenti sociali e gli infermieri (le cosiddette helping profession). Professioni nelle quali le responsabilità morali dell’operatore, lo stress a cui è sottoposto e il suo coinvolgimento emotivo sono elevatissimi. Proprio tali condizioni di lavoro, se non sussistono le adeguate misure di prevenzione, portano inevitabilmente alla “fusione”, al breakdown dell’operatore.
Il termine “bourn-out” deriva dal gergo sportivo, infatti, negli anni Trenta veniva utilizzato per indicare la condizione di quegli atleti che, dopo un periodo di successi, improvvisamente cadono in crisi e non riescono più a raggiungere risultati a livello agonistico. Similmente, gli operatori sociali in bourn-out non riescono a dare più nulla dal punto di vista relazionale.
Comportamenti caratteristici
- Assenze o ritardi ripetuti
- Tendenza a rinviare gli appuntamenti
- Tendenza ad evitare i contatti telefonici
- Chiusura al dialogo con i collaboratori
- Tendenza a mettere in atto in modo rigido procedure stereotipate
- Scarsa creatività
- Scarsa propensione al cambiamento
Comparsa del bourn-out
La comparsa della sindrome del bourn-out si compone di quattro fasi.
- La fase dell’entusiasmo idealistico e delle aspirazioni
- La fase dello stress lavorativo, in cui si avverte un progressivo squilibrio tra richieste e risorse
- La fase di esaurimento, in cui si comincia a pensare di non essere effettivamente di aiuto a qualcuno ed in cui compare la tensione emotiva, l’irritabilità, l’ansia
- Fase della conclusione difensiva o alienazione, con totale disinteressamento emotivo nel lavoro, apatia, rigidità e cinismo.
LE CAUSE
Nel bourn out vengono riconosciute due condizioni di stress: soggettiva (o interna) e oggettiva ( o esterna).
- Soggettive: legate alle motivazioni ed alle rappresentazioni ideali dell’operatore; il conflitto è tra la spinta a cambiare il mondo e la delusione legata alle difficoltà esterne e ai limiti personali.
- Oggettive: legate alle condizioni materiali di lavoro, alle ambiguità di ruolo, alle strutture di relazione come il lavoro in strutture mal gestite, la scarsa o inadeguata retribuzione, l’organizzazione del lavoro disfunzionale o patologica, lo svolgimento di mansioni frustranti o inadeguate alle proprie aspettative oltre all’insufficiente autonomia decisionale e a sovraccarichi di lavoro.