Ben-Essere
Neuropsicologia… questa sconosciuta

Che cos’è la neuropsicologia e quando può essere utile rivolgersi ad uno psicologo esperto in tale disciplina?
Scopriamolo insieme…
La neuropsicologia è una branca della psicologia che ha una sua connotazione specifica e una sua ragione di esistere, riconosciuta ed apprezzata.
Le pratiche di riabilitazione neuropsicologica sono ormai largamente utilizzate presso centri di riabilitazione, asl, ospedali e case di cura, con risultati di indubbia utilità; inoltre, a seguito della riforma universitaria, quella in neuropsicologia è diventata una laurea specialistica riconosciuta, ed esistono anche scuole di psicoterapia che prevedono l’indirizzo neuropsicologico, però… QUANTO SA REALMENTE LA GENTE COMUNE di questa disciplina?
Nella mia pratica professionale, mi accorgo spesso di come il cliente (normalmente un parente dello stesso, in verità) giunga a me su indicazione medica o semplicemente perché sia “la prassi”, senza nulla sapere ciò di cui mi occupo e della sua utilità… quasi chiedendosi se sono una sorta di medico o chissà cosa.
Per diletto e senza alcuna pretesa scientifica, ho pensato così di porre, su diversi “forum” generici e aperti a tutti, presenti in rete, la seguente domanda: “chi sa di cosa si occupi un neuropsicologo?” sostenendo di aver letto simile denominazione sulla targa di uno studio professionale. Le risposte sono state le più disparate: da chi non aveva mai sentito parlare di una simile professionalità, a chi sosteneva che si trattasse di un neurologo che si occupava anche di psicologia, a chi mi suggeriva, addirittura, di rivolgermi a Striscia la Notizia per denunciare un simile ciarlatano, perché il neuropsicologo non esisterebbe!
Ancora una volta senza pretese, ma convinta che anche il mare più vasto sia composto da tante piccole gocce d’acqua, ho deciso di fare un po’ di chiarezza: di cosa si occupa, in definitiva, questa neuropsicologia? Per rispondere, mi avvalgo delle parole del Dott. Bussolon, che, in modo semplice e chiaro, descrive così le finalità di tale disciplina.
La neuropsicologia ha lo scopo di valutare e, qualora possibile, riabilitare, i deficit cognitivi e le annesse implicazioni di tipo psicologico, affettivo e di personalità conseguenti a patologie a carico del sistema nervoso centrale.
Il livello delle funzioni cognitive superiori (responsabili delle operazioni di pianificazione, organizzazione, flessibilità, scelta di un obiettivo, autoregolazione) costituisce uno degli aspetti che più significativamente qualificano la qualità della vita di un individuo e dei suoi familiari, ed i deficit a carattere patologico che investono tali funzioni vanno considerati come una delle forme più gravi e frequenti di handicap che interessano i cittadini delle società occidentali.
Nonostante l’azione terapeutica difficilmente possa rispondere alle legittime aspettative di guarigione di tali pazienti, l’intervento diagnostico e riabilitativo della neuropsicologia risulta estremamente utile nel contenere gli effetti del decorso patologico, nel limitare le sofferenze che questo arreca a pazienti e familiari, nel razionalizzare le risorse che le istituzioni investono nel trattamento e supporto dei soggetti coinvolti.
La diagnosi neuropsicologica
Un’accurata valutazione neuropsicologica risulta indispensabile per una corretta diagnosi sul presunto stato patologico delle funzioni cognitive superiori. Se accompagnata da altri strumenti diagnostici (valutazione psicopatologica, valutazione neurologica, anamnesi clinica e remota ed utilizzo di bioimmagini – tac, risonanza magnetica, eeg) la valutazione neuropsicologica può portare ad un’appropriata diagnosi differenziale dello stato di salute dell’utente. Tale diagnosi risulta determinante anche per un adeguato intervento terapeutico: basti pensare, ad esempio, alle pseudodemenze imputabili a gravi stati depressivi spesso non riconosciuti proprio a causa della sintomatologia di tipo cognitivo; in questo caso un’efficace trattamento antidepressivo, anche a carattere farmacologico, potrebbe essere omesso qualora la diagnosi propendesse erroneamente in favore di una patologia demenziale.
Accanto alla diagnosi differenziale, la valutazione neuropsicologica risulta funzionale ad una corretta valutazione – qualitativa e quantitativa – del livello funzionale delle differenti componenti cognitive ed offre un’importante chiave di lettura, anche prospettica, delle implicazioni di carattere personale, familiare, professionale e sociale legate all’insorgenza ed al decorso della patologia. Risulta quindi possibile da un lato meglio preparare l’utente ed i famigliari a misurarsi con il problema ed affrontarne le conseguenze, dall’altro quantificare con maggiore efficacia il carico di lavoro che la famiglia e le istituzioni dovranno sobbarcarsi nel prestare un’adeguata assistenza al malato.
La valutazione neuropsicologica risulta inoltre propedeutica alla stesura di un programma riabilitativo, qualora questo si riveli opportuno; la ripetizione periodica dei test risulterà infine necessaria per valutare il decorso della patologia, se di carattere progressivo, e l’efficacia dell’eventuale intervento riabilitativo.
Quando è utile rivolgersi a un neuropsicologo?
Può essere utile rivolgersi ad uno psicologo esperto in neuropsicologia, ogni qual volta ci si trovi dinnanzi ad un danno a carico delle funzioni cognitive superiori, sia esso congenito o acquisito.
La neuropsicologia dell’età evolutiva, viene chiamata in causa, ad esempio, in caso di sindromi congenite a risvolto neurologico (down, williams…) lesioni cerebrali, e disturbi di ancora poco conosciuta origine, quali: disturbi dell’apprendimento (dislessia, discalculia, disgrafia…) e dell’attenzione, difficoltà nell’acquisizione del linguaggio, ritardo cognitivo.
Nell’adulto, gli ambiti di maggiore applicazione riguardano le lesioni cerebrali acquisite a seguito di incidenti stradali, ictus, tumori, abuso di sostanze o demenze a carattere degenerativo.
Da segnalare anche le applicazioni della neuropsicologia nel campo del potenziamento cognitivo e della prevenzione: specifici programmi di stimolazione cognitiva sono in grado, infatti, di migliorare le prestazioni scolastiche e lavorative, nonché di rallentare il normale decadimento delle prestazioni cognitive, dovuto all’avanzare dell’età.
Come ha già riferito il Dott. Bussolon, la neuropsicologia non “cura”nel senso medico del termine, ma permette la visualizzazione di un panorama, il più possibile chiaro, di eventuali deficit funzionali nonché delle capacità residue del soggetto, in modo da supplire, il più possibile, ai primi, facendo leva sulle seconde. Inoltre, permette il più adeguato sostegno psicologico a coloro che si trovano in simili circostanze e ai loro familiari.
Bibliografia:
Bussolon S. http://www.neuropsy.it/neuropsicologia.html