Scuola
L’INSEGNANTE CHE VORREI…

Settembre è un mese importante, soprattutto per tutti i bambini e i ragazzi che inizieranno una nuova avventura scolastica.
Ogni bambino che inizia il suo percorso scolastico, non parte mai da zero, non è una tabula rasa, ma continua il suo processo formativo e di crescita all’interno di un contesto sociale ed educativo istituzionalizzato.
Il bambino che fino a quel momento ha vissuto solo i ruoli di figlio/a, con l’inizio della frequenza scolastica entra di diritto e in forma obbligatoria anche nella dimensione di alunno/a, veste che metaforicamente indosserà per molti anni della sua vita.
All’inizio si tratta di una novità che riguarda quasi esclusivamente l’abitudine ai nuovi orari, alla modalità organizzativa, didattica ecc… In seguito, l’impegno, la costanza e la determinazione di ogni alunno caratterizzeranno la riuscita più o meno brillante dell’anno scolastico.
Il bambino arriva alla Scuola Primaria con un ricco bagaglio di esperienze che si è costruito negli anni frequentando la Scuola dell’Infanzia, ma soprattutto che si è formato pian piano all’interno della propria famiglia.
Il bambino avrà quindi acquisito la capacità di distinguere i ruoli e le competenze delle diverse figure di riferimento all’interno di un contesto istituzionale come quello della scuola.
La figura dell’insegnante diventa particolarmente importante nel periodo della Scuola Primaria, in quanto rappresenta il collante tra l’esperienza e la cultura familiare del singolo e l’esperienza e la cultura di una parte più ampia della società.
All’insegnante, sono richieste infinite caratteristiche sia professionali, sia legate alla peculiare sensibilità di ognuno.
La maniera con la quale l’insegnante si pone con gli alunni, in particolar modo con ogni singolo alunno è il punto di partenza indispensabile per una scuola che voglia svolgere il suo scopo in modo positivo e costruttivo; una scuola accogliente, che privilegia il rapporto empatico, la convivenza civile, e che risponda alle esigenze e ai bisogni dei bambini e dei ragazzi che la frequentano.
Un insegnante ben formato/a, in grado di intervenire a livello empatico è capace di sentire dentro di sé quali possono essere i problemi cognitivi del bambino.
Ecco l’importanza dell’empatia dell’insegnamento, intesa come modalità attraverso cui si realizza una buona comunicazione e una buona accoglienza a scuola.
Altri aspetti molto importanti legati al ruolo dell’insegnante, riguardano l’ascolto, la capacità di mettere gli alunni nelle condizioni di potersi esprime al meglio delle loro capacità e avere un approccio costruttivo nella soluzione dei problemi.
La scuola partecipa fortemente al processo di adattamento/disadattamento dei ragazzi che la frequentano e in questo senso diventano centrali le questioni dell’accoglienza e dell’incoraggiamento.
Mentre alla scuola viene implicitamente richiesto di essere accogliente, all’insegnante si domanda di essere incoraggiante nel senso che deve porsi il problema del “metodo di studio”, adottando quello che, di volta in volta, aiuti i bambini e i ragazzi a rendere più produttivo il loro impegno.
L’insegnante che incoraggia, punterà a sviluppare nei suoi allievi l’autostima, la fiducia, la sicurezza, l’interesse sociale, la capacità di cooperare e di sviluppare attività. Deve essere capace di comprendere la specificità di ogni allievo, acquisendo la consapevolezza degli eventuali problemi legati alla sua storia personale o all’ambiente familiare di provenienza.
Se questo accade, gli alunni si sentiranno considerati e rispettati e più facilmente raggiungeranno quella sicurezza che è imprescindibile per ottenere dei risultati nello studio.
L’insegnante che incoraggia deve imparare ad ascoltare i propri allievi e contribuire così alla “costruzione” di una scuola accogliente che concorra a sconfiggere il fenomeno del disagio scolastico.
Si tratta di mostrare costantemente attenzione all’interlocutore e comprensione verso ciò di cui parla, di aiutarlo ad esprimersi con domande, incoraggiamenti e con un atteggiamento positivo.
La capacità dell’insegnante di sorridere, di essere ben disposto, di sintonizzarsi con i bambini e con i ragazzi, di trasmettere loro il piacere della gioia, della collaborazione, dell’amicizia e dell’apprendimento, è un valore aggiunto, che con grande probabilità porterà gli alunni a sintonizzarsi a loro volta su un analogo stato d’animo.
Questa capacità è per molti bambini la condizione necessaria e sufficiente per vivere con gioia e felicità la vita scolastica.
BIBLIOGRAFIA:
– Collacchioni L.: “Insegnare emozionando, emozionare insegnando” 2006 Ed. Del Cerro