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neo-Mamme & neo-Papà

I bisogni di una mamma

difficoltà della madre con il neonato
Psicologo
Aree di Competenza: Ansia e Depressione, Ben-essere, Genitori e Figli
Cell.: 347/6790034

Diventare mamma è senza dubbio una delle cose più complesse che esista per una donna. La gravidanza è infatti un evento innanzitutto psichico che produce delle modificazioni nell’esperienza, nel corpo e nella mente e credere che sia un fatto del tutto semplice e naturale è alquanto falso e riduttivo.

Una donna prima di diventare madre è infatti soprattutto una donna:

  • con i suoi vissuti,
  • con le sue esperienze legate alla famiglia di origine,
  • con la sua situazione emotiva,
  • con la sua vita di coppia.

Tutte queste sono cose che influenzano l’esperienza che la mamma farà di quella specifica gravidanza e di quel particolare bambino.

Secondo lo psicanalista inglese D.Winnicott  già durante la gravidanza la madre sviluppa quella che viene definita “preoccupazione materna primaria” una particolare capacità che le consente di immedesimarsi nel mondo del neonato prima e del bambino più tardi per rispondere ai suoi bisogni. Questa capacità di ascoltare e rispondere in maniera adeguata ai bisogni del figlio è poi una capacità che resta nella madre anche quando il bambino è più grande e sarà fondamentale per la salute e lo sviluppo del piccolo.

Molto spesso però accade che si crea un rapporto diadico poco sano e squilibrato tra mamma e figlio in cui la madre mette in atto tutta una serie di comportamenti che rispondono a bisogni più suoi che del suo bambino.

Proprio in virtù di quel legame tanto particolare quanto necessario che si instaura già in gravidanza e che continua alla nascita e nei primi mesi di vita, che prende il nome di “legame simbiotico”, alcune mamme infatti entrano in un legame di forte dipendenza con il figlio da non riuscire più a “staccarsene”.

Perché accade ciò?

  • quando c’è un’immaturità o un’insicurezza di fondo nella donna
  • se non c’è un rapporto soddisfacente con il partner
  • se al contrario il partner manca del tutto.

In qualsiasi caso la conseguenza è che la madre si convince che lei sia l’unica in grado di badare al figlio e di capirlo e che lui possa stare bene solo con lei.

Diversi studi hanno evidenziato che il neonato è in grado di instaurare relazioni interpersonali fin dalla nascita. Un gruppo di ricerca dell’università di Losanna coordinato da Elisabeth Fivaz Depeursinge ha dimostrato che i bambini già a tre mesi sono capaci di interagire in modo significativo non solo con la madre ma anche con altre figure quale il padre, i nonni o chi assume il ruolo di cargiver (Frivaz-Depeursinge e Corboz-Warney,1999).

Cosa fare?

Per un corretto e sano sviluppo del bambino allora questa capacità è fondamentale ed è importante che la madre permetta tale esperienza evitando di orientare invece l’attaccamento del figlio solo verso di sé in quanto questo significherebbe impedirgli di esplorare l’ambiente e di sviluppare una sicurezza verso di sé.

John Bowlby, con il concetto di “base sicura” e le teorie sull’attaccamento, ha messo in evidenza l’importanza che i comportamenti genitoriali hanno nello sviluppo dei processi mentali e negli atteggiamneti del bambino.

“Se il fatto che i bambini piccoli non siano mai completamente o troppo a lungo separati dai loro genitori fosse diventato parte della tradizione, allo stesso modo in cui il sonno regolare e la spremuta d’arancia sono diventate consuetudini nell’allevamento dei piccoli, credo che molti casi di sviluppo nevrotico del carattere sarebbero stati evitati.” (John Bowlby)

E’ dunque importante che le mamme siano informate e al tempo stesso tranquillizzate sul fatto che il loro bambino non le amerà di meno se riuscirà ad esplorare l’ambiente esterno e ad entrare in relazione con altre figure di attaccamento anche esterne alla famiglia, ma che invece questo debba essere visto come sintomo importante di crescita e sviluppo di un sé sano e sicuro che permetterà al bambino, oggi e quando diventerà adulto, di instaurare con l’altro legami positivi e sicuri non fondati sulla fusionalità e la dipendenza.

 Approfondisci qui: Madre-bambino o madre-padre-bambino?

Riferimenti bibliografici

John Bowlby, S. Viviani e C. Tozzi – Costruzione e rottura dei legami affettivi (Brossura – 1 feb. 1996)

John Bowlby e M. Magnin – Una base sicura. Applicazioni cliniche della teoria dell’attaccamento (Brossura – 1 feb. 1996)

Winnicott D.W. e A. Bencini Bariatti– Sviluppo affettivo e ambiente. Studi sulla teoria dello sviluppo affettivo (Brossura – 1 gen. 2000)

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