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Italiani al voto: momento di scelta

Marzo 2010: si svolgeranno nei prossimi giorni in molti comuni, province e regioni italiane le elezioni per il rinnovo delle rispettive rappresentanze politiche.
Fervono da mesi i preparativi, ma ora siamo per tutti alla stretta finale…
La scelta di candidarsi, di dare cioè la propria disponibilità e il proprio impegno per un progetto, può essere dettata da molteplici motivazioni: desiderio di mettersi in gioco, di emergere, di impegnare le proprie capacità per un interesse comune…
La composizione di liste e raggruppamenti è un lavoro lungo e laborioso; occorre trovare un team di persone che condividano degli intenti, degli interessi, o che almeno abbiano degli obiettivi comuni; c’è poi la necessità di trovare un leader al proprio interno, che sappia rappresentare la squadra formata, motivarla e tentare di portarla alla vittoria.
Il periodo compreso tra la decisione di candidarsi e le elezioni è quello in cui si gioca la partita, per cercare di attirare a sé la fiducia degli elettori: si apre la campagna elettorale.
Spesso la captatio benevolentiae per sé è accompagnata dal cercare di evidenziare e far notare i difetti e le manchevolezze dell’avversario, in modo da dare ancora più risalto alla propria immagine agli occhi dei cittadini.
Per presentarsi agli altri come competenti e meritevoli di fiducia, è necessario che il candidato stesso si riconosca e creda in queste sue qualità, e che abbia quindi una buona dose di autostima.
Alcuni studi (Seligman, 1996) hanno confermato che una dote vincente per un candidato è la tendenza a spiegare gli eventi in modo ottimistico; questa caratteristica infatti:
– comporta una maggiore attivazione, anche nella campagna elettorale, perché meglio predispone alla sfida;
– è meglio gradita dagli elettori rispetto ad una tendenza pessimistica e depressiva;
– riesce a trasmettere maggiore speranza agli elettori.
Questi studi e i dati raccolti quindi, sembrano dire l’ottimismo posa essere un fattore di successo.
Con un paragone forse un po’ forte ed azzardato, si può dire che la campagna elettorale sia una grande operazione commerciale; in questo caso la “merce” è rappresentata dai candidati stessi.
Si tratta quindi di fare buona pubblicità, per far sì che il proprio prodotto sia considerato migliore e quindi scelto. Il candidato deve essere o almeno apparire: affidabile, competente, disponibile, e persino bello a volte… ed essere tutto questo… almeno un pizzico più dell’avversario!
Essere o apparire tale… si, perché se è vero che l’autostima, il senso di autoefficacia e stile esplicativo ottimista sono buoni alleati per essere capaci di mostrare agli altri le proprie risorse utili a ricoprire al meglio la carica per la quale si concorre, è vero anche che, spesso, le qualità “pubblicizzate” sono possedute solo in parte o affatto dal candidato. Ed ecco quindi il proliferare di eventi, brochure e manifesti realizzati con il miglior gusto grafico, promesse più o meno fondate…
E così, un po’ come il packaging per i prodotti al supermercato, queste qualità messe in bella mostra vengono spesso ad essere soltanto belle ed accantivanti scatole vuote, delle quali non sappiamo cosa fare una volta acquistato il prodotto…
La parola finale è lasciata all’elettore, al quale spetta il diritto, l’onere e l’onore di scegliere, o di decidere di non scegliere, attraverso il non-voto; a lui il compito di essere “consumatore critico”, che riesce ad andare alla sostanza e alla realtà delle cose.
Chi è scelto?
Alcuni autori (Caprara G.V., Barbaranelli C., 2000) sostengono che la scelta sia positivamente influenzata da alcuni fattori:
– desiderabilità dei risultati attesi da ogni candidato: quello dal quale ci si attedono più vantaggi e meno svantaggi, ha maggiore possibilità;
– minore percezione di rischio: questo fattore porta spesso a favorire i candidati che si presentano per una riconferma, piuttosto che quelli che rappresentano una novità, in quanto questo richiede comunque una messa in discussione dell’equilibrio raggiunto;
– consenso sociale rispetto alla propria intenzione di voto: familiari, amici e altri, il cui parere e la cui opinione è ritenuta importante, possono a volte far spostare l’ago della bilancia.
Tra qualche ora, quando si spegneranno i riflettori e tornerà il silenzio, dopo il fragore elettorale, a tutti e a ciascuno verrà lasciata la libertà di essere, in quella piccola cabina, un re…
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
– Caprara G.V., Barbaranelli C., 2000, Capi di governo, telefonini, bagni schiuma, Raffaelo Cortina Editore, Milano.
– Seligman, M.E.P., 1996, Imparare l’ottimismo, Giunti, Firenze.