Infanzia e Adolescenza
Disturbi dell’apprendimento e difficoltà scolastiche

Moltissime famiglie sono coinvolte, prima o dopo, nelle problematiche scolastiche dei propri figli. Difficoltà di lettura, di scrittura e di calcolo sono spesso molto frequenti, anche in combinazione tra loro.
D’altro canto anche gli insegnanti lamentano frequentemente difficoltà di apprendimento nei loro allievi, spesso con percentuali anche molto rilevanti. Gli insegnanti spesso riportano su una classe di 25 alunni la presenza di un gruppetto di 7-8 come incerto o assolutamente deficitario negli apprendimenti. Tale indicazione, tuttavia, non coincide con i dati epidemiologici relativi all’incidenza dei disturbi specifici dell’apprendimento, che riportano una percentuale del 4% di bambini che realmente manifestano questo tipo di problematica (Cornoldi e Tressoldi, 2007).
Da dove nasce allora questa sovrastima che ci fornisce la scuola?
Definire un bambino come portatore di un “disturbo dell’apprendimento” significa dire che ci troviamo di fronte ad un bambino intelligente, spesso anche molto intelligente, che per qualche ragione non riesce ad apprendere una o più abilità. Con il termine “disturbo specifico dell’apprendimento” si fa quindi riferimento ad un gruppo eterogeneo di disordini che si manifestano con significative difficoltà nell’acquisizione e uso di abilità di comprensione del linguaggio orale, espressione linguistica, lettura, scrittura, ragionamento, o matematica. Si tratta di difficoltà di causa incerta, che fanno parte dell’individuo e che accompagnano il suo percorso scolastico. Questo significa che sono “resistenti al trattamento”, ovvero questi disturbi non sono di per sé “guaribili” perchè dipendono da fattori congeniti non modificabili, tuttavia nella maggior parte dei casi si riducono con adeguati interventi abilitativi. Questi interventi sono finalizzati a:
- favorire la migliore evoluzione delle competenze in esame,
- fornire strumenti e strategie per poter apprendere attraverso “strade alternative”
- “gestire” nel modo migliore la situazione di difficoltà
- evitare che si sviluppino altre forme di disagio (ansia, scarsa motivazione, bassa autostima).
Gli esiti degli interventi finora realizzati sono stati complessivamente molto incoraggianti e hanno permesso di dimostrare che tali percorsi riabilitativi consentono un buon recupero nelle aree di difficoltà e permettono al bambino di sviluppare livelli di competenza che gli permettono di affrontare con più serenità il suo percorso scolastico e di poter arrivare, nella maggior parte dei casi, a livelli di istruzione superiore come un qualsiasi coetaneo. Avere un disturbo specifico dell’apprendimento non significa quindi essere poco intelligenti e/o non poter affrontare un percorso scolastico “normale” e soddisfacente. Anzi! Sono sempre di più i ragazzi che, pur con disturbi specifici, raggiungono felicemente le scuole superiori e le università. Ciò che è importante, però, è che vengano messi in atto opportuni interventi riabilitativi (il più precocemente possibile!!) ed eventualmente che vengano insegnate strategie alternative per favorire lo studio e l’apprendimento.
Ci sono tre grandi gruppi di disturbi specifici dell’apprendimento e sono:
- Disturbi specifici della lettura (riguardano gli aspetti di decifrazione e/o comprensione del testo)
- Disturbi specifici dell’espressione scritta (riguardano gli aspetti grafici, ortografici e di espressione)
- Disturbi specifici del calcolo (che riguardano l’utilizzo dei numeri, le procedure di calcolo e la risoluzione dei problemi)
La prima cosa da fare, quando vi è una situazione di difficoltà scolastica persistente è rivolgersi ad uno specialista, solitamente uno psicologo che si occupa di età evolutiva e disturbi dell’apprendimento. L’obiettivo sarà quello di fare una prima valutazione dello stato degli apprendimenti del bambino, andando ad identificare le aree di maggiore difficoltà. In un secondo momento, se necessario, verrà effettuata un’indagine più approfondita delle competenze scolastiche emerse come lacunose, per stabilire l’entità del ritardo scolastico presente e giungere ad una diagnosi. Il profilo ottenuto al termine del percorso valutativo ha l’obiettivo di individuare i punti di forza e di debolezza del bambino e di impostare un opportuno percorso di intervento.
L’intervento riabilitativo o di potenziamento è possibile per tutte le difficoltà di cui si è finora parlato, anche se avrà obiettivi, tempi e risultati attesi diversi a seconda delle specifiche situazioni. Nei casi di disturbo specifico dell’apprendimento vengono di norma costruiti percorsi specifici sulla base delle caratteristiche del disturbo riscontrato. In questi casi spesso vengono utilizzati anche alcuni strumenti di compenso (calcolatrice, scrittura a computer, sintesi vocale), previsti del resto dalle circolari ministeriali. Come si diceva i disturbi specifici dell’apprendimento sono molto resistenti al trattamento e spesso sono necessari tempi molto lunghi e duro lavoro per ottenere dei risultati in questi casi purtroppo non ci si può aspettare una normalizzazione della situazione ma consistenti miglioramenti sono possibili, soprattutto quando la diagnosi è precoce.
La situazione di cui si è fin qui parlato è quella che rientra in quel 4% che viene riportato nei più aggiornati dati epidemiologici…. Ma la maggior parte dei bambini non rientra in questa categoria. La maggior parte dei bambini che mostra difficoltà in campo scolastico non è rappresentata da bambini con disturbo specifico dell’apprendimento, ma da ragazzini che per qualche motivo (assenze frequenti, scarso interesse, scarsa maturazione, didattica, ecc) non riescono, in un certo periodo del loro percorso scolastico, a raggiungere i risultati normalmente attesi per la classe da loro frequentata. Questi ragazzini solitamente traggono molto beneficio da programmi di potenziamento specifici e basati sulle aree di maggior debolezza. Solitamente anche cicli di intervento brevi, ma precoci e mirati, permetto di colmare rapidamente il divario con il resto della classe evitando così che la difficoltà si sedimenti creando demotivazione.
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