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Coppia

Attestato di convivenza per le coppie torinesi

attestato di convivenza
Bernardetta Morgante Magliano dei Marsi (AQ)
Psicologo
Aree di Competenza: Ansia e Depressione, Ben-essere, Genitori e Figli
Cell.: 328-2763519

Dopo la delibera del Consiglio Comunale di fine giugno, sono state presentate il 12 luglio presso il Comune di Torino le modalità per la richiesta dell’ “attestato di convivenza per vincoli affettivi”.

Questo atto, a detta dello stesso Sindaco Chiamparino, vuole essere uno stimolo per il Parlamento a riprendere in mano questo argomento, nella convinzione che “le convivenze non sono una patologia, ma una fisiologia nel nostro Paese.”
L’attestato avrà valore solamente all’interno del Comune per questioni legate alla casa, alla sanità, ai sevizi sociali, allo sport, ai servizi educativi. E’ comunque un segnale forte, un primo passo di un cammino più volte iniziato e più volte fermato da motivazioni sia burocratiche che ideologiche.
Non sono mancati sia i segnali di approvazione che di dissenso, come quello espresso dalla Curia di Torino, che ritiene che questa iniziativa “svaluta l’istituto della famiglia”, o i richiami di alcuni consiglieri all’art. 29 della Costituzione, che recita che “la famiglia è una società naturale fondata sul matrimonio”.

Cosa si intende per “convivenza”?

Barbagli definisce quelle che comunemente chiamiamo convivenze, o coppie di fatto, o convivenze more uxorio, come “ la situazione di due persone (di solito, ma non necessariamente, di sesso diverso) che vivono insieme sotto uno stesso tetto come sposi, senza essere uniti da matrimonio”.
Ne possiamo rintracciare, come ci dice lo stesso Barbagli, quattro principali tipologie:
– La coppia in attesta di divorzio
Prima dell’approvazione della legge sul divorzio, questa categoria era costituita da molte coppie che non potevano sposarsi, anche se di fatto separati dai propri coniugi.
Oggi la legge prevede che ci sia uno spazio temporale tra la separazione e il divorzio; durante questo periodo si può dare inizio ad una convivenza, che si può trasformare in matrimonio dopo il divorzio.

– Coppia che rifiuta ideologicamente il matrimonio
In questo caso la formalità della legalizzazione dell’unione viene ritenuta non importante, o addirittura possibile causa della mancanza di spontaneità nella relazione.
Questa modalità può essere leggermente diversa nelle coppie che non hanno un netto rifiuto del matrimonio, ma non lo ritengono un progetto a breve termine; spesso queste coppie si formalizzano all’arrivo dei figli.

– Coppia che origina dalla critica dei tradizionali ruoli maschili e femminili
La divisione tradizionale dei compiti vuole il marito prevalentemente impegnato nel lavoro retribuito esterno e la moglie dedita alla casa e all’allevamento dei figli. L’emancipazione della donna e l’innalzamento del suo livello di istruzione hanno creato in molte la necessità di disattendere queste aspettative di ruolo attraverso l’unione di fatto piuttosto che tradizionale. In queste famiglie è centrale la relazione di coppia, e la presenza di figli è marginale.

– Coppia che si prepara al matrimonio
E’ il cosidetto “matrimonio di prova”, che nasce per conoscere meglio il partner e limitare il rischi nella scelta del futuro coniuge.

Diritti e doveri

La legislazione italiana presenta ancora delle lacune di fronte ad una realtà relativamente nuova.
Per quanto riguarda i figli, la riforma del diritto di famiglia del 1975 ha attribuito ai figli naturali nati al di fuori del matrimonio gli stessi diritti personali e patrimoniali dei cosiddetti figli “legittimi”. Ma quando una coppia di fatto si separa, la tutela dei figli non è chiara e ben legiferata come nelle coppie legalmente costituite.
Se parliamo poi dei rapporti tra i conviventi, siamo di fronte ad un vero vuoto legislativo. Non esiste la tutela del partner più debole e nel caso di scioglimento della convivenza o di morte di uno dei membri della coppia, l’altro non vede riconoscersi molti dei diritti che hanno i coniugi.
I conviventi non sono considerati parte del nucleo familiare, e non hanno quindi diritto alle misure di prevenzione sociale, non possono subentrare nel contratto d’affitto, non hanno diritto alle misure di previdenza sociale (assegni familiari, pensione di reversibiltà, ecc.), non possono scegliere per la salute dell‘altro, ecc. Molte volte è la giurisprudenza che ovvia a questa mancanza legislativa, cercando di limitare il danno ove possibile.

In Europa…

In Italia la convivenza more uxorio non è in generale molto diffusa. Non è così però nel resto d’Europa, dove in molti Paesi possiamo osservare una legislazione molto ben definita.
Solo per fare qualche esempio, esiste in Olanda il Wettelijke samenowoning, in Belgio, la Cohabitation lègale, in Danimarca il Registreret Partnerskab, in Gernania l’Eingetragene Lebenspartnerschaft, in Gran Bretagna il Civil Partnership, il Pacte Civil de Solidarietè (PACS) in Francia…
In alcuni di questi Paesi anche le coppie omosessuali hanno le stesse possibilità.
In Italia notevoli dibattiti e polemiche sono stati sollevati nel 2007 dal disegno di legge su “diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi”, meglio conosciuto come DICO. Il disegno in realtà è rimasto fermo in Parlamento.
Le motivazioni sono le più varie: dubbi etici, cultura prevalentemente cattolica, difficoltà legislative…

La convivenza, come si è visto, può essere osservata nell’ottica della provvisorietà, della decisione sospesa, dell’attesa di qualcosa che si deve trasformare ed evolvere; ma può rappresentare anche una scelta di vita, adulta e consapevole, alternativa e diversa da quella della maggioranza.
Chissà che l’esempio torinese non possa riaprire un dibattito su una problematica che, al di là dei valori dei singoli, merita comunque delle risposte …

FONTI
Barbagli, M., Provando e riprovando.Matrimonio, famiglia e divorzio in Italia e in altri paesi occidentali, 1990, Il Mulino, Bologna
Saraceno, C., Sociologia della famiglia, 1996, Il Mulino, BolognaZanatta, A.L., Le nuove famiglie, 1997, Il Mulino, Bologna
Bellisario, M., Felici e conviventi. Manuale per una unione perfetta, 2010, Morellini
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