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Attacchi di Panico

Ansia e disturbo di panico

attacchi di panico
Lucia Scafidi Taormina (ME)
Psicologo
Aree di Competenza: Ansia e Depressione, Ben-essere, Genitori e Figli

L’ansia a livelli moderati è quasi “fisiologica” in quanto assolve funzioni fondamentali per la nostra sopravvivenza.
Ci sono casi in cui l’ansia può diventare eccessiva al punto da compromettere uno o più livelli del funzionamento psichico della vita di una persona e sfociare in un vero e proprio disturbo.

L’ansia, al pari della paura, della rabbia, della tristezza, è un emozione e comporta uno stato di attivazione generale quando una situazione è percepita per noi come pericolosa.

Ad un livello moderato, provare ansia, è da considerarsi naturale in svariate situazioni in quanto l’ansia assolve funzioni fondamentali per la nostra sopravvivenza tutelandoci da potenziali rischi, mantenendo lo stato di allerta e aiutandoci a migliorare le nostre prestazioni.

? Ansia e Paura.

Spesso i termini “ansia” e “paura” sono utilizzati in modo intercambiabile; in realtà ci sono importanti differenze. Mentre la paura è da considerarsi una risposta emotiva ad un pericolo reale, riconoscibile ed esterno, ed è alla base di tutte le risposte d’ansia, l’ansia invece, è uno stato caratterizzato da una sensazione di paura che non è collegata ad alcuno stimolo specifico e deriva da un conflitto interiore.

Le manifestazioni sintomatiche dell’ansia (tremori, tachicardia, irrequietezza, nausea, sensazioni di allarme, difficoltà di concentrazione, idee di pericolo, irritabilità, ecc. ecc.) possono essere considerate l’espressione del meccanismo di attacco-fuga.

Tale meccanismo può essere molto utile quando ci troviamo ad affrontare un reale pericolo per la nostra vita. Sono moltissime invece le situazioni in cui ci troviamo di fronte a pericoli di tipo diverso che possono mettere a repentaglio altri piani della nostra esistenza come la nostra immagine o i rapporti interpersonali. In questi casi il meccanismo di attacco-fuga può risultare inefficace anche se si attiva allo stesso modo facendoci provare quella spiacevole emozione che chiamiamo “ansia”.

? Ansia “normale” e “patologica”.

Quando l’ansia può considerarsi “normale” e quando l’ansia raggiunge un livello tale da compromettere in maniera significativa uno o più livelli della nostra vita psichica a tal punto da sfociare poi in un vero e proprio disturbo?

L’ansia può essere considerata “normale” quando l’affrontiamo con un atteggiamento costruttivo e manteniamo una capacità di valutare le situazioni in cui ci troviamo in modo efficace.

L’ansia può essere considerata “patologica” quando invece le strategie messe in atto per affrontarla non sono valide e diventano esse stesse fonte di disagio.

Seligman, Walker e Rosenham (2001), distinguono quattro componenti dell’ansia:

-la componente cognitiva che riguarda i pensieri e le aspettative.

Quando il livello d’ansia è elevato, possiamo non riuscire più a controllare i nostri pensieri e potrebbe esserci la tendenza a focalizzare la nostra mente sui pericoli o le minacce che temiamo e tutto ciò può comportare una difficoltà a rispondere in modo adeguato alle richieste dell’ambiente in cui viviamo;

-la componente somatica riguarda la dimensione corporea, l’organismo che è interessato da un’ attivazione neurovegetativa (ad es.:la pressione e la frequenza cardiaca e il flusso sanguigno aumentano) per affrontare il pericolo;

-la componente emozionale riguarda tutto ciò che a livello emotivo l’ansia può comportare, ad esempio: senso di terrore o intensa paura.

-la componente comportamentale riguarda tutti quei comportamenti volontari e involontari che si possono manifestare e diretti alla fuga o all’evitamento della fonte d’ansia.

I Disturbi d’Ansia sono condizioni cliniche ben definite; l’ansia comunque può essere riscontrata anche in concomitanza con altre malattie o patologie di tipo psichiatrico. Tra i principali Disturbi d’Ansia abbiamo:

– il Disturbo d’Ansia Generalizzata;

– il Disturbo Ossessivo-Compulsivo;

– Le Fobie specifiche;

– Il Disturbo di Panico.

? Il Disturbo di Panico.

La caratteristica principale del Disturbo di Panico è la presenza di attacchi di panico ricorrenti ed inaspettati seguiti da almeno un mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacco.

Un attacco di panico inaspettato, ossia spontaneo, non provocato, si manifesta solitamente “a ciel sereno”.

L’attacco di panico può essere definito come un periodo di paura o disagio intenso durante il quale, quattro o più dei seguenti sintomi, si manifestano improvvisamente e raggiungono il picco nell’arco di dieci minuti:

palpitazioni, tachicardia;

sudorazione;

tremori;

sensazione di soffocamento;

sensazione di asfissia;

dolore o fastidio al petto;

nausea o disturbi addominali;

sensazioni di sbandamento, di testa leggera o di svenimento;

derealizzazione (sensazione di irrealtà) o di depersonalizzazione ( sensazione di essere distaccati da sé stessi);

paura di perdere il controllo o di impazzire;

paura di morire;

sensazioni di torpore o di formicolio;

brividi o vampate di calore.

? Diagnosi, frequenza e gravità del Disturbo di Panico.

Per fare una corretta diagnosi di Disturbo di Panico occorre valutare la presenza di almeno due attacchi inaspettati anche se la maggior parte delle persone che ne soffre ne ha molti di più.

La frequenza e la gravità del Disturbo di Panico variano ampiamente da persona a persona; alcuni, per esempio, hanno attacchi che si presentano con una certa frequenza (una volta a settimana), altri hanno attacchi che si manifestano con una certa regolarità per mesi oppure brevi serie di attacchi più frequenti (per esempio tutti i giorni per una settimana) intervallati da periodi in cui gli attacchi non si presentano o si manifestano in modo molto meno frequente.

? Preoccupazioni tipiche.

Alcune persone che presentano il Disturbo di Panico si convincono che gli attacchi indichino la presenza di una malattia non diagnosticata, pericolosa per la vita (ad esempio, cardiopatia, epilessia) e nonostante i ripetuti esami medici possono rimanere impauriti e convinti di avere una malattia pericolosa per la vita.

Altri pensano che gli attacchi di panico indichino che stanno impazzendo o perdendo il controllo o che sono emotivamente deboli.

? Comportamenti di evitamento.

La preoccupazione per il prossimo attacco o per le sue conseguenze è spesso associata a comportamenti di evitamento che possono far sviluppare una vera e propria agorafobia ( paura di trovarsi in luoghi o situazioni da cui sarebbe difficile o imbarazzante allontanarsi). In questo caso viene diagnosticato il Disturbo di Panico con agorafobia.

? Alcune indicazioni.

Quando l’ansia è acuta, è opportuno valutare un invio dal medico per un’eventuale prescrizione di farmaci psicotropi. Inoltre possono essere anche presenti vissuti di tipo depressivo; in quel caso è necessario che il medico escluda alcune condizioni come l’abuso di caffeina o sostanze stupefacenti che possono favorire gli attacchi.

? Terapia farmacologica.

Gli antidepressivi si sono rivelati utili per questo tipo di disturbo. Questi farmaci producono comunque tolleranza e dipendenza fisica e psicologica quindi è sempre bene utilizzarli sotto stretto controllo medico. Il loro effetto è legato al periodo dell’assunzione; una volta dismessi si possono ripresentare i sintomi.

L’effetto della terapia farmacologica aumenta se associato ad altri interventi. Combinare terapia farmacologica e trattamento psicoterapeutico aumenta la possibilità di miglioramento e previene il rischio di ricadute. Sembra infatti che il tasso di ricadute è più alto con il solo trattamento farmacologico e più basso con l’uso del trattamento psicoterapeutico.

Riferimenti bibliografici:

DSM-IV-TR Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision, 2000, American Psychiatric Association.

Seligman, M.E.P., Walker, E.F. & Rosenhan, D.L. (2001). Abnormal psychology, (4th ed.) New York: W.W. Norton & Company, Inc. 2001.

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