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Emozioni

Abbiamo paura: cosa fare?

Mariagrazia De Lisio Campobasso (CB)
Psicologo
Aree di Competenza: Alimentazione, Ben-essere, Genitori e Figli

Ci troviamo di fronte ad un fenomeno totalmente nuovo, complesso, che richiama una conoscenza e un intervento multidisciplinare e che investe l’intera collettività. La complessità del fenomeno, unita all’ infodemia, ovvero il contagio e la diffusione delle informazioni, riduce la possibilità di comprenderlo ma, nel mio piccolo, provo a fare ordine.

A cosa stiamo assistendo dal punto di vista psicologico?

Stiamo assistendo ad una condizione caratterizzata soprattutto dalla paura (paura per la propria salute, preoccupazione per i propri cari, incertezza sul futuro). Con il termine paura si identificano tutti quegli stati di diversa intensità emotiva che vanno dal timore/preoccupazione, all’ansia/panico.

Solitamente la paura emerge quando ci si trova davanti a una situazione ignota ed è utile perché ha lo scopo di avvertire della presenza di un pericolo, preparando la mente e il corpo alla reazione che si manifesta come comportamento di attacco o di fuga. È, dunque, un’emozione che consente agli esseri umani di adattarsi e di sopravvivere nell’ambiente.

È normale avere paura quando si vive in una pandemia e si rischia di essere contagiati,  è una situazione nuova ed incerta. La paura si può manifestare con gradi diversi di intensità:

  • quando è poca, la persona che la prova non si cura del problema, in questo caso è negativa perché porta a superficialità e deresponsabilizzazione
  • quando c’è la preoccupazione del contagio essa porta a seguire le indicazioni dettate dalle Istituzioni e ad adottare comportamenti prudenti per mettere in salvo la propria vita e quella degli altri, ci troviamo di fronte ad un’emozione in grado di stimolare comportamenti congruenti e adattivi
  • è disfunzionale e meno adattativa quando porta alla messa in atto di comportamenti irrazionali e si perde la capacità analizzare in maniera razionale e oggettiva la situazione.

Il problema oggettivo del Coronavirus diventa anche soggettivo in base al vissuto psicologico e a tutto quell’insieme di emozioni che suscita in ciascuno di noi.

È bene tener presente che quando si è costantemente sommersi da continue informazioni, a volte anche divergenti, si corre il rischio di perdere il senso dell’orientamento. In rete si va alla ricerca di una soluzione che calmi la preoccupazione, l’ansia e non trovandola, si amplifica la paura e si attivano risposte irrazionali e controintuitive, come l’assalto ai supermercati e ai treni.

Nel considerare l’aspetto soggettivo della pandemia dobbiamo tener conto anche della “percezione del rischio”.

La percezione del rischio è un processo cognitivo coinvolto in numerose attività quotidiane che orienta le nostre scelte e influenza il nostro comportamento:

  • chi ha una percezione del rischio maggiore tenderà ad adottare i comportamenti prescritti dal Ministero della Salute,
  • chi ha una percezione del rischio più bassa tenderà a perpetuare comportamenti di sempre con un maggiore rischio di contagio.

Quando la percezione del rischio è distorta e amplificata può portare a condizioni di panico che aumentano il rischio perché portano a comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo.

Come gestire l’emergenza anche dal punto di vista psicologico? Quali sono alcune soluzioni per poter affrontare la paura?

Premesso che non esiste un unico modo o un modo giusto per affrontare la paura e tutte le altre emozioni che il coronavirus può generare (tristezza, confusione, rabbia, ecc.), quelle che seguono sono delle indicazioni che mi auguro possano essere utili.

  1. Mantieniti informato ma limita la ricerca di informazioni
  • La sovraesposizione alle informazioni genera una paura che se esagerata porta alla messa in atto di comportamenti irrazionali.
  • È protettivo limitarsi alle informazioni ufficiali (Ministero della Salute – Istituto Superiore di Sanità- Dipartimento Protezione Civile) e farlo in un tempo dedicato. In un’epoca in cui siamo iperconnessi non è facile ma è possibile, siate creativi, trovate una soluzione! Potrebbe essere, ad esempio, il mettere il silenzioso alle chat di whatsapp, cambiare canale quando già abbiamo seguito una notizia, sono accortezze importanti perché il nostro cervello ha bisogno di un certo tempo per elaborare le informazioni e gestirle in modo più efficace. Quando la paura prende il sopravvento indebolisce il sistema immunitario e il contagio emotivo non favorisce la lettura razionale delle informazioni.
  • Condividi con moderazione articoli e post, non alimentare allarmismo pubblicando foto di supermercati vuoti o città deserte, essere responsabili vuol dire anche contenere la paura, la propria e quella degli altri.

2. Presta attenzione e cura verso te stesso

  • Mantieni uno stile di vita salutare in termini di alimentazione
  • Acquisisci una maggiore consapevolezza del proprio corpo: svolgere attività fisica (all’aperto, seguendo le indicazioni fornite, ma soprattutto in casa, in rete trovate moltissimi esercizi da poter fare) e praticare tecniche di rilassamento aiuta a ridurre i livelli di stress
  • Cura e coltiva le relazioni sociali sia dirette con chi abita con te, sia via telefono o Internet con altri familiari e amici, sfruttando in modo positivo la tecnologia
  • Fai attività pratiche-manuali: tali attività ci permettono di stare nel qui ed ora, aiutandoci a gestire l’ansia, proprio perché, nel momento in cui siamo focalizzati su un compito manuale, blocchiamo i pensieri rimuginanti legati alla paura e all’ansia
  • Investi sulla tua crescita personale, leggi, sfrutta la formazione online, ecc.
  1. Riconsidera il tuo tempo
  •  Questo stop forzato può rappresentare un’occasione per riflettere su sè stessi. Potrebbe essere utile chiedersi: “Questa emergenza cosa mi ha tolto? Cosa mi manca? Cosa sto desiderando? Cosa posso fare in questo momento?”
  • Scegli se preoccuparti o occuparti: in questo momento puoi scegliere se preoccuparti del futuro o occuparti del presente, ovvero stare nel qui e ora. Occuparsi significa che quando intorno a te ci sono solo notizie catastrofiche fai in modo di mantenere un rapporto con la dimensione della vita, ovvero mettere in atto le misure di sicurezza stabilite dalle autorità sanitarie ma anche occuparti di utilizzare il tempo che hai a tua disposizione in modo costruttivo Sono le cose che facciamo oggi che determinano/condizionano il nostro futuro.
  • Usa questo tempo per imparare qualcosa di nuovo e condividilo così che tu possa essere un esempio e possa dare dei suggerimenti a chi, in questo momento, di idee non ne ha

Ma possiamo essere di aiuto a qualcuno che vediamo spaventato?

Evita gli scontri: è inutile quando una persona è spaventata cercare di farle cambiare opinione; mentre può essere più funzionale, dopo averla ascoltata, dare l’esempio, occupandoci del presente, delle questioni pratiche e di tutto ciò che ci fa stare bene.

In rete gira una vignetta molto carina che dice: “#iorestoacasa perché non capita tutti i giorni di salvare l’Italia restando in pigiama” ed è proprio così!

Oggi siamo tutti, ma proprio tutti, chiamati in causa per costruire la nostra salvezza attraverso tante piccole azioni responsabili e la collaborazione con le Istituzioni!

Essere responsabili in questa situazione significa collaborare, sacrificando per un periodo la propria libertà personale per un interesse collettivo, seguire le direttive delle autorità, mantenere la calma e la lucidità nella propria quotidianità, trasformare la paura in coraggio mettendo in atto comportamenti virtuosi e proattivi e farci portatori di messaggi positivi per ottenere un “contagio positivo”.

Il Coronavirus sta dando una lezione di umiltà a tutti: essendo democratico ci insegna che in questa terra siamo dei semplici ospiti passeggeri con lo stesso identico valore a cui viene data la possibilità di scegliere se trascorrere il tempo concesso a polemizzare, incattivirci, illuderci di fare la caccia all’untore, o riscoprire il valore del rispetto, della compassione, della dignità, della solidarietà e della generosità.

Questa battaglia si può vincere ma dobbiamo essere duri nell’affrontarla: #stiamoacasa!

Forza e coraggio!

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