Ogni 17 maggio si celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, ricorrenza istituita dall’Unione Europea per ricordare l’importante traguardo raggiunto nel 1990 (il 17 maggio, appunto) con la rimozione, da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. L’OMS definisce l’omosessualità “una variante naturale del comportamento umano” e stima l’incidenza dell’omosessualità all’interno della popolazione umana al 5%.
Con il termine omofobia si indica un insieme di sentimenti, pensieri e atteggiamenti avversi all’omosessualità. Rientra nell’omofobia anche la paura di venire considerati omosessuali e la tendenza a giustificare comportamenti discriminatori.
L’omofobia è spesso causa di episodi di bullismo, di aggressività o di mobbing nei confronti delle persone omosessuali. Non sono rari nella nostre scuole drammatici episodi di bullismo omofobico.
All’Italia, secondo l’Agenzia per i diritti Fondamentali dell’UE, spetta il triste primato di paese con il maggior tasso di omofobia sociale, politica e istituzionale e purtroppo in Italia non esiste ancora nessuna legislazione penale né contro la discriminazione né contro gli atti di violenza e di incitamento all’odio sulla base dell’orientamento sessuale.